Diritto & delitti nel Cinquecento. Dialoghi veritieri sul '500 Napoletano nella Venosa di Roberto Maranta

Riferimento: 9788872974612

Editore: ABE
Autore: Iandiorio Virgilio
Collana: Notai e avvocati del Regno di Napoli
Pagine: 86 p., Libro in brossura
EAN: 9788872974612
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Descrizione

Roberto Maranta nacque nel 1476 a Venosa (qui mori il 1535), in Basilicata, che all'epoca era angioina (città che peraltro, come prima detto, circa un secolo e mezzo dopo, in pieno Seicento, avrebbe dato i natali anche ad un altro celebratissimo giurista, il cardinale Giovanni Battista de Luca). Si laureò a Napoli prima del 1502 e si dedicò inizialmente e per molti anni alla professione di avvocato, all'incirca tra il 1507 e il 1520, dividendosi tra Salerno, Venosa e Molfetta. La fama così acquistata fu tanta da valergli la chiamata come professore dapprima presso l'Università di Salerno (i biografi peraltro rilevano come l'arrivo allo studium di Salerno del Maranta costituisca un importante tassello del programma mecenatesco del principe di Salerno Ferrante Sanseverino, dando il via ad una stagione di aperture a nuove discipline dopo i fasti della celebre scuola medica). Dopo l'insegnamento salernitano, quello in terra di Sicilia, probabilmente a Palermo, ed infine nella capitale, con la chiamata presso l'Università di Napoli (rimangono tuttavia ancora non ben definite le date dei passaggi da uno studium all'altro). La sua produzione fu essenzialmente pratica: l'opera che gli diede maggior fama è certamente lo Speculum aureum et lumen advocatorum, redatto tra il 1520 e il 1525 ma edito solo nel 1540 - circa 5 anni dopo la sua morte - per iniziativa del figlio Pomponio, studente padovano, sollecitato a ciò, a sua volta, da un altro grande giurista come Marco Mantova Benavides. Tra le altre opere vanno segnalate Consilia seu Responsa (edito ne1591) e Singularia et iuris notabilia (edito nel 1616). Alcune di queste opere sono conservate nella biblioteca comunale di Venosa all'interno del Castello «Pirro del Balzo». Versato negli studi letterari, scrisse poesie e sonetti in italiano ed in latino, nonché un De Sommariis delle leggi feudali, canoniche e civili, di cui ci dà notizia nella sua Cronaca, Giacomo Cenna letterato e storiografo venosino (Venosa 1560- 1640). Luigi Tansillo e Roberto Maranta erano accomunati dai natali venosini di cui erano orgogliosi. Tansillo, nella supplica al Vicerè di Napoli, diretta ad ottenere che da Venosa fossero allontanati gli alloggiamento spagnoli scrive di Maranta: - Qui nacque e qui morio ai tempi nostri il Maranta, i cui libri andano il mondo sotto il favor dei privilegi vostri. Legista incorruttibile e profondo. Filosofo cattolico e sottile, e poeta umilissimo e giocondo. Tansillo di sè stesso scrisse: - Mio padre a Nola io a Venosa nacqui. L'una l'origine mi diede l'altra cuna. Il che nei versi miei talor non tacqui. Personaggi illustri ma non celebrati adeguatamente. Nell'ambito delle manifestazioni di celebrazione del V Centenario della nascita del poeta Tansillo, l'11 settembre 2010, presso il loggiato del Castello ducale «del Balzo», il Prof. Tobia Toscano, dell'Università degli Studi di Napoli Federico II - Dipartimento Filologia moderna, tenne un pubblica conferenza. Il 24 - 25 settembre 2010, a Nola, in collaborazione con l'Ateneo Federiciano di Napoli, presso la Chiesa dei SS.Apostoli si è svolto un convegno internazionale sulla figura del poeta venosino. Alla manifestazione, come raccontano le cronache, hanno preso parte studiosi di fama internazionale: Prof. Tobia Toscano (curatore dell'evento), il Prof. Saverio Carillo, i professori Gennaro Toscano, Riccardo Nalli, Amedeo Quondam e Carlos Josè Hernando Sànchez. Per ricordare degnamente la figura di Roberto Maranta , tuttavia bisogna attendere il marzo 2017, allorquando un gruppo di avvocati della zona del Vulture-Melfese ha costituito l'associazione forense che porta il suo nome e di cui mi onoro di essere il Presidente. (Donato Bellasalma)