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Io e Daniel stiamo giocando una pericolosa partita a poker, dove entrambi stiamo barando. Ma io sono quella con le carte peggiori in mano. Mirea non avrebbe mai immaginato che, le avance troppo indecenti di uno dei personaggi più pericolosi del momento, si spingessero tanto da costringerla a reagire. Ma ha paura, non ce la fa più e commette l'errore peggiore che potesse mai prevedere. Lo fa per salvarsi, ma da quel momento, sprofondata in un senso di colpa senza eguali, per la famiglia mafiosa di Kevin è molto semplice risalire agli ultimi movimenti del prediletto. Mirea si ritrova così in trappola, a un bivio e ha ben chiaro che la sua unica possibilità di redenzione è la morte. Sarà Daniel a offrirle una via di fuga, lui così simile al ragazzo che le ha tolto tutto, eppure all'apparenza così diverso. Ugualmente pericoloso, oscuro fino dentro all'animo dal quale, precipitandoci dentro, nessuno farebbe mai più ritorno; ma la ragazza non ha scelta e, grazie a un accordo matrimoniale che dovrà necessariamente accettare, si ritroverà costretta a condividere tutto con il suo aguzzino per avere salva la vita. Ma quanta salvezza può esserci nella reclusione, nella prigionia?

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