Maria d'Ungheria: Maria degli àrpàd-hàzi, la cumana di Budapest e Re Carlo II «lo Zoppo»

Riferimento: 9788872971017

Editore: ABE
Autore: Bascetta Arturo, Cuttrera Sabato
Collana: Le regine di Napoli
Pagine: 114 p., Libro rilegato
EAN: 9788872971017
35,00 €
Quantità
Non disponibile

Descrizione

Spesso la storia è andata diversamente da come ce l'hanno raccontata. Anche la Regina Maria, da sciamana a fondatrice di chiese latine, ebbe una vita tribolata, con 9 maschi da incoronare e qualche femmina da cedere ai regni avversari. Bastò seguire l'esempio del marito, Carlo II lo Zoppo, e presto i giovani principi, nati nella corte di Nocera, avrebbero avuto un sogno da realizzare, come quello del suo matrimonio, cominciato a 14 anni e continuato nel Palazzo reale di Napoli. Fra baby-regnanti e dolci principesse da far sposare ai Catalani, nacquero così due partiti diversi, che saranno poi la spina nel fianco del reame angioino negli anni a venire: quello ungherese e quello aragonese. Perfino la morte dei primi figli fu occasione di scambio politico per il marito, che costrinse Ludovico Duca di Durazzo a ritirarsi dall'eredità ungherese, in cambio di un posto in paradiso. Anzi, dopo la sua dipartita, meritò anche l'appellativo di san Luigi, favorito dai provenzali, per aver lasciato il posto di Re a Roberto e alla bella Sancia. Le vicende storiche, trattate in questa prima parte della storia della Regina di Buda, furono molteplici e la Maria quasi non ebbe tempo per stare dietro a tutti, divenendo vicaria del regno, ora attenta alle vicende provenzali, ora a quelle siciliane, conclusesi con svariati matrimoni di interesse, avendo a disposizione la mano di altre figlie femmine, con le quali recuperò perfino Ischia, Procida e Capri. L'incoronazione avvenuta a Rieti, la vita di corte e l'eredità ungherese, fanno di questa donna una sovrana piena di vita, ma tutta dedita alla religione, nella speranza di poter creare un futuro anche al Regno d'Ungheria. La morte del Re, le donazioni e il rilancio forzato, quasi spocchioso, della tradizione arpadiana, riportano Maria alle origini cumane e la spingono, a metà della sua lunga vita, a dedicarsi alla fondazione di molti monasteri napoletani, seguita a ruota dalla giovane Sancia, trascurata dal figliolo, sempre impegnato con troppe cortigiane. Il più grande successo di Maria, in questa prima parte della sua vita, fu sicuramente l'idea, sicuramente al femminile, di unire le forze di tutte le donne partorite, ormai regine di tanti regni, e convincere i mariti che la pace è sempre meglio della guerra. Solo così, d'accordo il Papa, si pose fine al secolare «Vespro» e la Sicilia tornò agli Angioini, gettando le basi al futuro trono del Regno di Napoli, che però nascerà solo con la Regina Giovanna II, nel 1348, nell'aula di s.Chiara che la bisnonna volle costruire.