Ignota latebat

Riferimento: 9788855243056

Editore: C&P Adver Effigi
Autore: Bartalucci Gabriella
Collana: Nuovi saggi
Pagine: 96 p., Libro in brossura
EAN: 9788855243056
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Descrizione

Traduttrice e studiosa del filosofo inglese Edward Herbert di Cherbury (1582-1648) e delle fonti platonico-ermetiche del suo pensiero religioso, Gabriella Bartalucci, nel trecentesimo anniversario dalla pubblicazione del vichiano De Constantia Iurisprudentis (Napoli 1721), si cimenta in questo saggio in una inedita spiegazione della figura simbolica di donna dalle tempie alate che compare nel frontespizio dell'edizione del 1744 della Scienza Nuova di Giambattista Vico. Ne collega il significato introspettivo di donna-mente, all'inizio "sepolta" e "nascosta" (ignota latebat) nella materia-corpo, a un percorso conoscitivo che la congiunge, oltre che a determinati contenuti delle Orazioni Inaugurali, e di altre opere vichiane, all'immagine più nota, e commentata da Vico stesso, della Dipintura. Nei riposti significati delle due immagini, nei loro dettagli, nella loro relazione, e nel loro indiscusso legame con testi di rappresentazioni simboliche figurate e con i loro contenuti, vengono colti motivi centrali della tradizione neoplatonica, di Agostino, e soprattutto il tema della mente-specchio di Dio di Marsilio Ficino e di Edward Herbert di Cherbury. Le due immagini vichiane della Scienza Nuova del 1744, nell'interpretazione della Bartalucci, non solo potrebbero inquadrarsi nelle polemiche contro la Geometria cartesiana dell'amico di Vico Paolo Mattia Doria, ma costituire una sorta di "manifesto dell'opera", in cui si individuano, come in altri testi vichiani, i segni, le tracce di un universalismo religioso che ha al centro lo Studio della Pietà. "Allo stesso modo di Giobbe e di Agostino ma anche del laico Herbert di Cherbury" scrive nel testo l'autrice "lo Studium della Pietas si delinea in realtà per Vico come un percorso di Sapienza e di perfezionamento verso e attraverso il divino".