Pensieri all'inizio del tramonto. Biblioteca del Centro Studi «Mario Pancrazi»

Riferimento: 9788868537296

Editore: Nuova Prhomos
Autore: Nocchi Venanzio
Pagine: 568 p., Libro in brossura
EAN: 9788868537296
20,00 €
Quantità
Non disponibile

Descrizione

L'autore: Non c'è una spiegazione razionale che faccia capire l'insorgere nella propria coscienza di uno stato psicologico, che diviene presto urgenza, da cui nasce un crescente bisogno, strano e invincibile, di iniziare a scrivere di se stessi. Forse si decide di aderire a questo richiamo in una fase particolare della propria vita perché si ha la sensazione, anch'essa spontanea, fluente da una condizione esistenziale quasi sospesa, di aver iniziato il rettilineo che conduce alla conclusione della propria esperienza di vita. Oppure perché il proprio mondo interiore è gonfio di fatti, in immagini e in sedimenti, che premono e richiedono di diventare racconto, riflessione, sfida alla memoria... I pensieri che maturano all'inizio del tramonto - oggi ho compiuto 75 anni - obbligano a essere presi sul serio; eppure, è difficile elaborarli perché non hanno un'identica intensità; infatti, si propongono con genesi, consistenza e funzione diverse, a seconda delle sequenze temporali ed evenemenziali da cui scaturiscono. Sono pensieri, però, che difficilmente perdono sostanza; se provano a inventarsi scene o situazioni condite di fatti che possono suscitare risa o sorriso, non riescono a trattenersi a lungo sugli aspetti comici, che pur a volte avvolgono i fatti o i personaggi, perché l'intelligenza fa rallentare quelle scene e l'assurdo, il ridicolo, l'offensivo, il tragico le ricoprono velocemente, lasciando attoniti e, alla fine, molto tristi... Prima di iniziare questo strano viaggio devo convincere la mia coscienza che l'esercizio della memoria non può essere innocente; anche se si sforzasse di essere obiettivo, onesto, libero da condizionamenti di varia natura, non potrebbe agire trasferendo all'oggi quelle immagini e fatti pensando di riprodurle esattamente per come erano. Devo convenire che è impossibile ricostruire con esattezza il passato, e non perché tema di incontrare di nuovo episodi, persone o esperienze, tanto che la loro sola citazione al momento produca sgradevolezza, se non dolore; anche perché si è certi che il tempo ne ha alleggerito la densità, destrutturato i contesti, trasfigurato in parte i soggetti che li hanno animati. La coscienza, infatti, nel lungo tempo, pur avendo trattenuto nei suoi recessi tutto quello che è accaduto, ha cancellato del vissuto il gran numero di fatti e persone, senza che la parte consapevole di sé sia in grado di capire perché questo sia avvenuto. In tutte le situazioni ha elaborato l'insieme delle esperienze che si sono date nel tempo in un'azione incessante che ha rimescolato, frantumato la loro consistenza, così da mantenerne quelle che, suscitate, risalgano alla mente in veste decente, anche se con alcuni contorni repulsivi, che fanno in un lampo ricordare la loro radice spiacevole, di essere oggetto di valutazioni distaccate, addirittura di riflessioni profonde...